Origine dell’Acqua di San Giovanni
Sin dai tempi più remoti si riconosce al solstizio d’estate un influsso benefico sull’uomo e le sue attività. Ciò è attribuito al fatto che nei giorni a ridosso del solstizio l’energia solare sia al massimo della sua potenza ed espressione.
Testimonianze di riti propiziatori legati al culto del sole sono evidenti in manifestazioni artistiche e costruzioni risalenti a civiltà antiche. Basti pensare ai Maya, agli Egizi o al sito di Stonehenge, di epoca addirittura preistorica.
Nell’antica Roma si preparava l’Acqua di San Giovanni.
Come si prepara e a cosa serve
L’usanza di preparare quest’acqua si connota di un misto tra sacro e profano. Da un lato la festa cristiana di San Giovanni Battista che ricorre il 24 giugno; dall’altro i riti pagani per la propiziazione delle messi.
La preparazione è molto semplice: si tratta di mettere in ammollo fiori ed erbe spontanee in una bacinella piena d’acqua. Si possono usare le più svariate specie di piante. Alcuni esempi:
- Iperico
- Papaveri
- Rose
- Camomilla
- Calendula
- Passiflora
- Lavanda
- Salvia
- Malva
- Rosmarino
- Finocchio selvatico
L’acqua con le erbe ed i fiori prescelti va poi esposta all’esterno al tramonto del giorno 23 giugno e lasciata a macerare per tutta la notte.
Il macerato ottenuto potrà essere utilizzato l’indomani per lavare viso e corpo in un “rituale” di purificazione.
N.B.:
Le piante spontanee raccolte direttamente sono ideali per ottenere un’ottima acqua di San Giovanni. In mancanza, è possibile utilizzare le piante secche che si possono acquistare in erboristeria.
Le informazioni qui contenute hanno carattere informativo e divulgativo.